“Si racconta che il principe di Condé dormì profondamente la notte avanti la giornata di Rocroi: ma, in primo luogo, era molto affaticato; secondariamente aveva già dato tutte le disposizioni necessarie, e stabilito ciò che dovesse fare, la mattina. […] Don Abbondio invece non sapeva altro ancora se non che l’indomani sarebbe giorno di battaglia; quindi un gran parte della notte fu spesa in consulte angosciose
Questo richiamo ai Promessi Sposi è l’inizio del volume di Francesco Varanini Il principe di Condé. Nuovissimi romanzi per i manager (2010). È una raccolta di parti significative di narrativa contemporanea che racchiudono perle di saggezza per chi, come il manager, lavora decidendo.
Due paradossi caratterizzano tale lavoro. Il primo, è che si lavora meglio e con maggiore efficacia, lavorando meno, tanto da avere a disposizione un’intera notte a ridosso della grande sfida per riposare e presentarsi consapevolmente disteso sul terreno.
Il secondo, è che l’arte del decidere, la competenza per decidere presto e bene, è a disposizione di tutti. È la capacità di attivare la propria attorialità, una risorsa e una performance che è la dotazione fondamentale di ogni persona. Soltanto però se mantenuta in purezza. Se invece oscurata e impacciata dalle passioni, quelle ad esempio dell’intelligenza emotiva, perde di efficacia e, nei casi estremi, si paralizza. Le passioni spingono all’azione o all’inazione, le emozioni motivano o demotivano; l’attorialità, in purezza, esamina il compito e le circostanze del suo possibile svolgimento, e ci suggerisce il miglior corso di azioni. Un caso esemplare di decisori e titubanti è l’acquisto di un abito o di una semplice cravatta. Pochi minuti o un paio d’ore. Questo quando si attribuiscono al capo di abbigliamento poteri magici, che evidentemente non ha.