Contributi, Musica

Violoncello solo 1: prima di Bach

di Davide Storni 18 Dicembre 2016

Il violoncello nasce come strumento basso nell’ambito della famiglia dei violini o viole da braccio nel corso del ‘600 (quando spesso è chiamato anche violone o basso) e viene standardizzato all’inizio del ‘700 (violoncello barocco dal quale viene, come piccole variazioni il violoncello attuale).

A cavallo fra ‘600 e ‘700 il nuovo strumento gode di una crescente fama e i maestri italiani lo fanno diventare parte della propria produzione artistica.

Bach fra il 1718 e il 1723, mentre era maestro di cappella presso la corte del principe Leopold di Anhalt-Koethen,  scrive le famosissime suites per violoncello solo che sono considerate a tutt’oggi la massima espressione virtuosistica per lo strumento.

L’opera di Bach non nasce però dal nulla; di seguito riporto alcuni link a maestri italiani del ‘600 che possono aver avuto una influenza su Bach o che, quantomeno, Bach conosceva.

Iil primo pezzo proposto è la Ciaccona per violoncello solo (eseguibile anche con basso continuo) di Giuseppe Colombi. Del Colombi  si trovano poche tracce sia in internet che nei cataloghi musicali, tuttavia Anssi Karttunen ha prodotto un cd che riporta versioni di compositori contemporanei  della  Ciaccona del Colombi (Mystery and variations on the Chiacona by Giuseppe Colombi). Nel cd si trovano ben 30 (!) brani tutti ispirati al Colombi.

Questo il link per ascoltare il lavoro di Karttunen (inizia con la ciaccona di Colombi per poi proporre anche i pezzi dei contemporanei, a mio avviso decisamente meno interessanti). Karttunen, Colombi

e questo per la ciaccona del Colombi proposta da un altro esecutore, Charlie Rasmussen

 

Altro compositore italiano del ‘600 che ha prodotto musica per violoncello (o violone come indicato dal compositore) è stato Giovanni Battista Vitali (Bologna, 1632-92).

Al seguente link trovate la Passagalli per la lettera E per violone di Vitali, pezzo molto interessante e recentemente proposto anche da Elinor Frey nel suo album “La voce del violoncello”, album che consiglio a chi volesse avere una panoramica su gli inizi del violoncello con pezzi di Galli, Supriani, Colombi, Vitali e altri.

 

E arriviamo a Bach. Le sue suites sono state registrate da molti autori contemporanei tra i quali ricordiamo Yo-Yo Ma, Rostropovich, Brunello, Jaqueline Du Pré, Tortelier.

Le mie preferite restano quelle di Pierre Fournier  (Parigi 1906 – Ginevra 1986) pianista mancato  per una  poliomielite che gli rese impossibile l’uso della pedaliera. La malattia non lo sconfisse, ma lo indusse a cambiare strumento e a divenire violoncellista.

Trovate la suite numero 1 suonata da Fournier a questo link, che penso sia la stessa versione del 1961 che io o nei miei cd.

Fournier, suite n 1

Bella anche l’interpretazione di Yo-Yo Ma (molto famosa e citata) e di Tortelier. Brunello offre una versione molto particolare, interessante perché originale, ma che non mi convince fino in fondo, pure essendo io un estimatore di Mario Brunello. Non mi piace invece la versione del celeberrimo Rostropovich, sembra senza anima, troppo veloce e controllata, comparata con la versione di Fournier che è sognante e intima. Potete compararle seguendo  questo link che vi guiderà alla suite n 1 suonata da Rostropovich

Nella mia discoteca ho anche le versioni di Enrico Mainardi, Janos Starker, Hopkinson Smith, Hidemi Suzuki, Ralph Kirshbaum, David Geringas, Mischa Maisky, Pablo Casals, Rocco Filippini, oltre ai già citati Fournier, Yo-To Ma, Tortelier e Brunello.

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Consulente e facilitatore, lavoro per primarie aziende del settore dei servizi. Socio fondatore di Bloom

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