Per La macchinetta del caffè – cultura aziendale in chicchi, ho ricevuto questo contributo, che vuole restare anonimo. E’ un anti-macchinetta in realtà, acuto e tagliente.
MACCHINETTA? NO, GRAZIE.
Anonimo
Io proprio non ce la faccio a sentire il richiamo della macchinetta. Intanto perché provo un estremo disgusto per quella brodaglia nera che spacciano per caffè, che se non ci metti una quantità industriale di zucchero nemmeno puoi provare ad assaggiarla. Poi perché non sopporto quel clima fraterno che si finge di voler instaurare quando ci si ritrova tutti lì davanti. Mi insulta la vista delle facce leggiadre e sorridenti di certi colleghi che fanno di tutto per farsi odiare quando stanno seduti alle loro scrivanie, o che stanno sempre zitti alle riunioni per non contrariare il capo, e che sperano di cavarsela mostrandosi amichevoli quando reggono il bicchiere di plastica in mano. No, grazie. La macchinetta non fa per me. Sono snob e asociale. Se ho dieci minuti di tempo, preferisco leggere qualcosa in Internet (ammesso che sia ancora possibile farlo senza essere licenziati) o peggio ancora chattare con qualche collega o amico fisicamente distante. O farmi il caffè in ufficio col bollitore personale, che mi dà l’illusione di trovarmi molto lontano da qui.