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Fare e agire, poiesis e praxis

di Francesco Varanini 29 Marzo 2018

Verbi greci diversi girano attorno al senso del progetto. Títhemi: colloco, metto, pongo, metto giù, determino. Ma i due verbi più pertinenti sono poiéo e prasso.
Poiéo è il verbo che più pienamente esprime in greco il senso del fare: ‘faccio’, ‘fabbrico’, ‘costruisco’, ‘formo’, ‘foggio’, ‘causo’, ‘faccio nascere’, ‘creo’. Prasso allarga il senso il senso dal ‘fare’ all”agire’: ‘cammino’, il ‘viaggio’, l”esser felice’, il ‘riuscire’, il ‘trovarsi’, l”arrivare al risultato’, l”aver buona fortuna’.
Poíesis è per Platone ‘il fare dal nulla’1, per Erodoto la ‘creazione poetica’.2 Per antonomasia, poíesis è la poesia di Omero.3 Praxis è l’impresa, l’affare -potremmo anche dire: il business-, il modo di essere, la condizione, la fortuna, la sorte.
Dunque l’opposizione poeisis vs. praxis anticipa e spiega l’opposizione che ritroviamo in latino: faber vs. agens, e in italiano: fare vs. agire. L’opposizione tra due modi di intendere il progetto.
La differenza è fondamentalmente sta tra il carattere transitivo di poíesis ed il carattere intransitivo di praxis. L’azione della poíesis termina in un oggetto, si conclude nell’opera. L’azione della praxis è piena in sé, vale di per se stessa, esiste ed ha valore indipendentemente da uno scopo immediato.
Poieofacio e faccio trovano il loro senso nell’opera, nel prodotto – dove opera e prodotto sono cose, esterne all’all’agire dell’essere umano. Prasso, ago, agisco parlano di attività che trovano il loro senso in se stesse: qui ciò che è prodotto non è una cosa, ciò che è prodotto è essenzialmente l’agente stesso. L’essere umano realizza se stesso lavorando, progettando.
Nella poiesis l’agente, l’essere umano, risponde del risultato estrinseco – è responsabile della qualità del prodotto. Nella praxis l’agente, l’essere umano è responsabile anche e soprattutto del senso complessivo dell’azione, che implica in primo luogo il progetto di autorealizzazione personale. Nella poiesis produco; e nella praxis mentre produco, innanzitutto mi produco.
Il fare, o poiesis, è ben esemplificato dal lavoro dell’artigiano. Il vasaio può esser capace di usare con grande abilità il tornio. Produrrà quindi vasi meravigliosi. Ma sempre e solo vasi; perché ha in mente l’idea dell’opera alla quale tendere: il baso.
L’agire è, stando all’etimo del verbo agere, ‘condurre spingendo’: il vasaio qui sa trasformarsi, andando oltre la propria competenza e la propria stretta professionalità. Disposto a muoversi su un terreno sconosciuto l’uomo imprenditore va oltre la zona di conforto, oltre i confini, scoprendo chi è, e ciò di cui è capace, lungo il cammino.

1Platone, Simposio, 205, b.

2 Erodoto, Storie, ii, 82.

3Platone, Ione, 531, d. Platone, Teeteto., 152, e.

(Testo apparso nella rubrica La parole del manager sulla rivista Sviluppo & Organizzazione).

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