Contributi

Il libro degli oblii – memorie transoceaniche del contagio. n.2

di Guido Tassinari 15 Maggio 2021

tora tora tora!

ieri sera ho rivisto sul sito della rai, tora tora tora! oltre a essere un capolavoro va bene per grandi e piccini, sai che sono un esperto negli ultimi venti anni ho visto tutti i cartoni animati usciti al cinema poi mi ricordo bene la mia prima gita al cinema abadan sotto casa quando c’erano cinema dappertutto a vedere pippo alle olimpiadi e il secondo era stato all’embassy pure sotto casa altrimenti ci arrabbiamo con terence hill e bud spencer, che poi anche se la pandemia televisiva di quarant’anni fa ha sterminato buona parte dei cinema o li ha concentrati nelle orribili multisale delle multinazionali un po’ come sostituire a dieci baretti o dieci osterie di quartiere un bel mcdonald’s per fortuna incredibile come in italia vi sia tuttora la più alta concentrazione di sale d’essai al mondo, come ricordo bene la prima volta che ho portato a vedere un film al cinema ogni figlio butch cassidy and the sunshine kid manu e con sua mamma jude facevamo i turni a cercare di farlo dormire; koda fratello orso lucas che dopo venti minuti ero uscito con lui che urlava di paura; e winnie the pooh jack, con i fratelli ma in quel caso era stata mia madre a uscire con lui a metà spaventatissimo. poi per fortuna poco a poco siamo riusciti a vederceli interi i film, i migliori di tutti quelli di miyazaki ambientati in parte a milano, pensa un po’; s’alza il vento che fece piangere jack e me fino a singhiozzare e porco rosso che tutti insieme avremo visto dopo che al cinema almeno altre sette volte e a ciascuna mi faceva venire in mente una frase che pare avrebbe detto il mio papà prima della mia nascita o forse di mio fratello: meglio disabile che fascista, chiunque abbia visto porco rosso la capisce bene. comunque, la prima volta che lo vidi, tora tora tora!, avrò avuto dieci anni, è una bella, bella si fa per dire rappresentazione di come le cosiddette catene di comando abbiano la tendenza di fronte all’inatteso di mandare tutto in vacca. se non lo avessi visto o dimenticato, narra dei preparativi visti da entrambi lati del pacifico che portarono all’attacco giapponese agli stati uniti. negli anni seguenti, il padre di mio suocero comandò una fregata nella guerra sull’atlantico poi trasformata in prigione sul mare di fronte a alessandria d’egitto degli ufficiali della marina italiana una volta distrutta la suddetta marina nel mediterraneo; un’altra volta ti racconterò. il padre di mia suocera passò invece quei tre anni come ammiraglio di sottomarini nella guerra nel pacifico. la guerra si concluse come tutti sanno con le bombe su hiroshima e nagasaki, quello che non molti sanno almeno da questa parte dell’oceano ma anche dall’altra è abbastanza ignorata è quanto fosse la spinta dell’adesso gliela faremo pagare. un anno prima dell’atomica tokyo venne senza ragione se non di desiderio di vendetta e passione di sangue rasa al suolo con bombe incendiarie; una città allora costruita prevalentemente di legno, facendo forse più morti della atomica a venire, nessuno lo sa. quando per la prima volta ho sentito parlare l’innominabile cretino che occupa attualmente la casona bianca a washington, dc dell’epidemia io che sono di base un scemo ottimista, ho iniziato a preoccuparmi. ancora di più quando ieri ho letto questo: he went to jared, cioè che aveva dato a suo genero squallido immobiliarista da quattro soldi fallito il ruolo principale di consigliere per sconfiggere l’epidemia in un paese con allo stesso tempo le scienze e tecnologie più avanzate della storia e il popolo più superstizioso e antiscientifico, e ho capito che sarà una catastrofe inimmaginabile. su quel lato dall’oceano cresceranno decine di milioni disoccupati senza assicurazione sanitaria in un sistema medico basato sul profitto con solo una copertura residuale di pronto soccorso i medici di base che chiuderanno perché non avranno chi curare per pagarsi le spese degli ambulatori le bollette se non ci sono abbastanza pazienti non c’è abbastanza liquidità e non al contrario più malati più necessità più lavoro medico e infermieristico ma quando pochi potranno accedere alle cure gli ambulatori andranno in fallimento uno dietro l’altro, magari rilevati dai grandi conglomerati assicurativi, bella lì come inversione un po’ come quella di avere appaltato parte dell’incarcerazione di massa la vera piaga moderna altro che virus vari a società private che per avere un return on investment un profitto che gli si deve per avere costruito nuove galere devono avere sempre le loro carceri piene indipendentemente dall’esistenza o meno di crimini che un crimine si può sempre inventare, no?, tipo quello di immigrazione clandestina e anche quando il suddetto deficiente sloggerà dalla casona bianca rimarrà una generazione persa in prospettive peggiori di quelle della generazione della grande depressione quella vera; una segregazione abitativa di una nuova economia servile basata sui cosiddetti servizi dei poveri che vivono check to check, assegno dopo assegno senza mai potere risparmiare alcunché; come cento anni fa e un crollo demografico simile a quello europeo, vabbè, e chissà come vorranno lavare l’onta in giro per il mondo a questo giro; dove si dirigerà la sempiterna spinta dell’adesso gliela faremo pagare.

 

 

- ha scritto 20 contributi su Bloom!.

Ho quarantatré anni e ho fatto tanti mestieri, a Milano e in giro per il mondo: camionista, imbianchino, strillone, bambinaio, clown, venditore di cinture, osservatore Onu, esperto di aiuti umanitari, valutatore di politiche pubbliche, aperto una scuola di italiano per stranieri poveri e una di cucina per americani ricchi, scritto libri.

© 2024 Bloom!. Powered by WordPress.

Made by TOCGRS from the great Daily Edition Theme