Contributi

IL LIBRO DEGLI OBLII – MEMORIE TRANSOCEANICHE DEL CONTAGIO. n.5

di Guido Tassinari 25 Maggio 2021


ognuno per sé
mia madre nel ’41 rientrò in italia, o meglio ci entrò per la prima volta, ella nata a parigi nel ’39, quando la sua famiglia dopo la pensata geniale del mascellone romagnolo di aggredire la francia da sud per accodarsi all’invasione tedesca da nord, iniziò, da italiani, a non sentirsi più tanto bene accolti. se ne andarono prima a roma, dove avevano comprato una casa con i risparmi dei lavori in fabbrica, con la musica di strada e con piccoli contrabbandi, ma poi dopo il bombardamento di san lorenzo del 19 luglio ’43, l’intera famiglia di un cugino di mio nonno venne sterminata, si trovavano tutti lì dove abitavano lì, tutti fuorché il suddetto cugino, che lavorava in un ministero altrove e per questo ne fu risparmiato, decisero di spostarsi al non ridente paese di origine di suo padre, san biagio saracinsecu, a mille metri di altitudine, senz’acqua, le donne facevano ogni giorno le millemiglia per scendere alla sorgente e riportare l’acqua sulle otri poste sulla testa, e a una ventina di chilometri da montecassino. il paese venne occupato dai nazisti, che avevano stabilito da quelle parti la linea gustav per resistere all’invasione angloamericana. la sorella grande, secondogenita, di mia madre, mia zia, era bellissima, lo è stata fino alla morte a ottantanni anni, tutti dicevano, e era vero, che assomigliava a alida valli, e un ufficiale nazista la corteggiava, così che la famiglia godeva di una certa libertà di movimento. loro padre con il fratello e il terzogenito, il primo era in accademia militare fascista a modena, quando poteva andava verso la pianura a comprare sale, per rivenderselo in paese alla borsa nera. poi, il 15 febbraio ’44 iniziò il bombardamento di montecassino. mia madre non ha nessun ricordo degli anni di guerra, troppo piccola, come dice mio figlio jack quando gli chiedo ti tìricordi questo ti ricordi di quest’altro risponde sempre se è di quando ero piccolo non conta, tranne questo: un rumore assordante, insopportabile, e in effetti fu, e rimane il più violento bombardamento della storia, forse ma forse pareggiato da uno che colpì il cammino di hochiminh trent’anni dopo, a cui partecipò, suo malgrado, da una nave ancorata al mare della cina meridionale il mio futuro suocero. dopo lo sfondamento alleato, ci vollero settimane, mio nonno si trovò separato dalla famiglia, era a comprare sale col figlio, solo suo fratello riuscì a tornare a san biagio, quando partì l’evacuazione, allora si chiamava sfollamento, l’ufficiale nazista innamorato voleva rapire mia zia; i parenti riuscirono a nasconderla in un carro di fieno diretto a nord, sulla via salaria, chiaro, intanto mia nonna, senza marito, senza nulla se non due figlie una piccolissima, mia madre, un’altra da nascondere, chiese aiuto al cognato, che testualmente le disse ognuno per sé. solo mesi dopo mio nonno, col terzogenito, riuscì a ricongiungersi con la famiglia in un campo profughi fra crema e cremona. leggo oggi un filosofo non mio figlio jack, un altro: l’ondata di panico che ha paralizzato mostra che la nostra società non crede più in nulla se non nella nuda vita. non stupisce che per i virus si parli di guerra. i provvedimenti di emergenza ci obbligano di fatto a vivere in condizioni di coprifuoco. ma una guerra con un nemico invisibile che può annidarsi in ciascun altro uomo è la più assurda delle guerre. è, in verità, una guerra civile. il nemico non è fuori, è dentro. in nome della nuda vita siamo disponibili a farci espropriare di tutto, tra poco anche dell’aria. le prove tecniche di dittatura sanitaria stanno andando benissimo. aggiungo io: abbiamo speranza di farcela? Iboh, dice jack il mio filosofo non scritto di riferimento.

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Ho quarantatré anni e ho fatto tanti mestieri, a Milano e in giro per il mondo: camionista, imbianchino, strillone, bambinaio, clown, venditore di cinture, osservatore Onu, esperto di aiuti umanitari, valutatore di politiche pubbliche, aperto una scuola di italiano per stranieri poveri e una di cucina per americani ricchi, scritto libri.

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