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Associazione Responsabili Risorse Umane Anonimi

Ci sono domande che -giustificati dalla crisi e dalle aspettative di alcuni portatori di interessi- finiamo per non porci più. Noi che ci occupiamo di Risorse Umane, o meglio di ‘persone al lavoro’, stiamo veramente operando a favore del lavoro? Stiamo garantendo a chi lavora una giusta retribuzione? Ci crediamo davvero quando parliamo di ‘centralità della persona’ e di ‘capitale umano’?

Ho pubblicato qui su Bloom il mio Editoriale che uscirà sul numero luglio agosto 2013 di Persone & Conoscenze: rifletto su come i giuslavoristi, ascoltatissimi consiglieri e suggeritori di chi si occupa di Risorse Umane, finiscano troppo spesso per essere ‘nemici del lavoro’. Ma sullo stesso numero della rivista Roberto Grassilli, senza che ci fossimo messi d’accordo, nella sua rubrica ‘Risorse quasi umane’, parla di tutto questo molto meglio di come sia riuscito a fare io.

Guardate qui.

 

 

Roberto ha già detto tutto. Ma mi permetto un commento.  E’ necessaria l’autocritica, così come l’autoironia. Dobbiamo anche porre attenzione a non cadere nella illusione che si nascondere dietro il dire “io sono capace”. Non siamo mai veramente capaci di guardare dall’esterno, dominandolo, il mondo in cui ci troviamo ad agire. Non siamo in realtà mai veramente capaci di resistere alle pressioni ambientali, e alle aspettative che altri vantano nei nostri confronti.

Qui Roberto ci parla di come il ruolo finisca per imporci comportamenti, anche magari comportamenti che confliggono con la nostra etica e la nostra storia personale.

Roberto ci impone di riflettere su come ci comportiamo. Ci impone anche di riflettere su come potremmo comportarci, proponendoci un parallelo con il modo di combattere l’alcolismo dell’organizzazione Alcoholics Anonymous (AA). Gli Alcolisti Anonimi -come notava Gregory Bateson in Verso un’ecologia della mente– partono dal presupposto che “una volta alcolizzati, si è alcolizzati per sempre”. La consapevolezza dell’essere alcolizzati si sostituisce all’illusione di controllare la situazione. Gli alcolisti anonimi confessano reciprocamente il loro alcolismo nel corso delle loro riunioni. Su questa consapevolezza della propria debolezza si fonda la capacità di resistere, restando sobri.

Così, analogamente, ci suggerisce Roberto, noi manager che si occupano di persone potremmo -parlandone insieme nel corso di riunioni di una immaginaria Associazione Responsabili Risorse Umane Anonimi- dirci che siamo assuefatti ad un modo di intendere il nostro ruolo riduttivo, e direi anche aberrante. Quanto tempo dedichiamo al costo del personale e quanto agli investimenti in formazione? Quanto tempo dedichiamo al contenimento degli organici e quanto allo sviluppo del personale?
Il rischio che Roberto ci segnala è trasformare l’urgenza in abitudine. L’assuefazione ad un compito ci allontana da noi stessi. Ci fa perdere comprensione del senso profondo di ciò che stiamo facendo.

 

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